Chirurgia Ortopedica Rigenerativa

Le tecniche di chirurgia rigenerativa si sono notevolmente sviluppate in questi ultimi anni, specialmente per la patologia del ginocchio ma le stesse procedure possono essere in genere utilizzate anche in altre sedi articolari.  Ho iniziato ad interessarmi di questo particolare tipo di chirurgia più di quindici anni fa. Allora l’uso delle cellule staminali era limitato a pochi centri pilota, tra cui la Clinique su Sport di Marsiglia con cui iniziai a sperimentare l’uso delle cellule staminali di origine midollare per la riparazione dei difetti cartilaginei dei condili femorali di terzo e quarto grado con buoni risultati. Prima, ma ancora oggi in casi selezionati, una metodica valida, anche se poco conosciuta, erano gli interventi di mosaicoplastica, sia a cielo aperto che in artroscopia; successivamente si è passati all’impianto di patch di cartilagine autologa ottenuti mediante pregressa biopsia cartilaginea e coltura che avevano tuttavia il limite legato all’uso di scaffold poco malleabili: difficoltà di copertura e tempi di guarigione lunghi. Lo stesso limite delle attuali membrane di collagene difficili da manipolare e da utilizzare in superfici non piane (pensate ad una cupola astragalica). Le metodiche più diffuse oggi utilizzano cellule staminali di origine mesodermica o filler di rivestimento a base di polyglucosamina tipo il Joint Rep. Qui di seguito il risultato nel trattamento con JointRep di una condropatia condilare di 4° grado in una paziente giovane di cinquanta anni.

Le cellule staminali di origine mesodermica sono presenti nei diversi tessuti dell’organismo adulto quali il midollo osseo o il tessuto adiposo. Vengo pertanto prelevate dal midollo osseo autologo aspirato a livello della cresta iliaca o dal tessuto adiposo per lipoaspirazione del grasso addominale. Tuttavia le cellule mesenchimali di origine adiposa sono cento volte più numerose di quelle del midollo osseo.

Il carattere multipotente delle cellule mesenchimali adipose favorisce il loro utilizzo nella terapia cellulare riparatrice nei casi di patologie dell’osso e della cartilagine. Sotto l’effetto di induttori specifici o fattori di crescita, queste cellule sono capaci di differenziarsi in osteoblasti o in condrociti.

Non esiste limite di età; é una metodica che può essere utilizzata sia a scopo principalmente antalgico che curativo; trova indicazione nella sua forma più semplice di infiltrazione nel trattamento delle gonartrosi severe di terzo e quarto grado sia di pazienti “sani” che in terapia con anticoagulanti o cardiopatici ad alto rischio di intervento chirurgico. Il beneficio è pressoché immediato con scomparsa rapida e persistente del dolore nel 98% dei pazienti,  con intervalli liberi dal dolore di alcuni anni; successivamente alla ricomparsa del dolore la procedura potrà essere tranquillamente ripetuta . È una metodica a bassissimo rischio; l’intervento viene realizzato  in un ambiente protetto, per ragioni di sterilità e di sicurezza, in anestesia locale e sedazione.

Il prelievo di tessuto adiposo viene eseguito con una lipoaspirazione manuale, previa infiltrazione del tessuto adiposo con una miscela di soluzione fisiologica, adrenalina e anestetico locale .

Una volta prelevato il tessuto adiposo viene sottoposto nella stessa seduta ad una filtrazione meccanica volta a separare ed isolare le cellule mesenchimali adipose dal restante materiale. Ottenuto il materiale si procede all’infiltrazione dell’articolazione in causa al pari di una normale infiltrazione di acido ialuronico.

L’intervento dura circa  mezz’ora e alla fine il paziente può camminare e riprendere la sua vita  normale.

Nei pazienti più giovani o in quelli più anziani che svolgono ancora una vita particolarmente attiva e negli obesi, per problemi che vedremo nella pagina specifica, preferisco invece procedere ad una ricostruzione totalmente biologica del ginocchio artrosico mediante il trapianto in artroscopia di  microsfere tridimensionali di cartilagine autologa coltivate. Si tratta di una metodica nuova ma già diffusa da alcuni anni in Belgio e in Germania con risultati molto significativi in termini sia clinici che iconografici. Gli esami artroscopici dopo la procedura mostrano un buon riempimento del difetto cartilagineo con tessuto simil-ialino e una perfetta integrazione con la cartilagine nativa. Il trattamento è inoltre realizzato con le cellule del paziente ed è privo di prodotti animali, sintetici o allogenici. 

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