Chirurgia di Revisione Protesica

Mi occupo di chirurgia di revisione protesica in esiti di protesi totale di anca, di protesi totale o parziale di ginocchio, di protesi diretta o inversa di spalla, sia che si tratti di una mobilizzazione asettica che settica.

Gli interventi di revisione da mobilizzazione asettica possono anche essere eseguiti in regime fast track, qualora richiesto dal paziente.

Il tipo di chirurgia proposto tiene conto dell’età e delle performance funzionali del paziente.

Nella chirurgia di revisione dell’anca prediligo nel paziente giovane impianti non cementati con  ricostruzione ossea, se necessaria, con osso di banca o sostituti ossei semisintetici, che permettono un carico e una marcia immediata nel post-operatorio. La finalità è quella di fare un intervento il più possibile conservativo e dare al paziente, se necessario nel tempo, la possibilità di un ulteriore intervento di revisione senza obbligare il chirurgo a soluzione estreme.

Nel paziente anziano le proposte terapeutiche saranno le meno invasive possibili e andranno discusse e proposte caso per caso.

La stessa filosofia vale per la chirurgia di revisione asettica delle protesi di ginocchio dove, per tipo di formazione, preferisco sempre per quanto possibile evitare di impiantare protesi semivincolate o vincolate con fittoni lunghi.

La chirurgia di revisione delle protesi di spalla rappresenta un capitolo a sé.

A parte gli interventi di revisione per protesi dirette di spalla, che in linea generale, sono i più semplici e che in assenza di errori di valutazione preoperatoria, dovrebbero permettere un recupero completo della funzionalità della spalla, mi capita di vedere sempre più spesso pazienti con deficit funzionali dopo interventi di protesi inversa di spalla. Ogni caso è una storia a se e verrà studiato e valutato attentamente per capire la causa responsabile del deficit funzionale, se neurologico o meccanico.

Nei casi di mobilizzazione protesica settica bisognerà distinguere le forme di infezione precoce che si manifestano a meno di un mese dall’intervento chirurgico e le forme croniche che compaiono dopo un mese .

Solitamente le infezioni precoci si associano a segni clinici (quali disturbi di cicatrizzazione, comparsa o aggravamento di un dolore locale,  febbre ecc.)  e rappresentano un’urgenza chirurgica in cui propongo al paziente la rimozione parziale o totale dell’impianto protesico. Nelle  forme croniche preferisco quasi sempre procedere alla rimozione e al rimpianto di una nuova protesi nella stessa seduta.

 

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